martedì 23 dicembre 2014

Webar: Buone Feste e Felice Anno Nuovo. Ospiti stasera Dino Buzzati, Moby, Lou Reed, John Zorn and Naked City


…per chi arriva, per chi è di passaggio, per chi vuole trattenersi sorseggiando un buon vino o gustare una birra, per chi non ha sonno e chiede un caffè
… e le delizie gastronomiche, gli amici, gli ospiti, la musica dal vivo, mentre la moka gorgoglia, e il giusto calore al Webar  

domenica 21 dicembre 2014

3 Poet3 della domenica... Sibilla Aleramo e Dino Campana

«E sempre ho negli occhi... la terra che si mescolava ai nostri baci, quell’abbraccio profondo della luce.»

Un letto profondo, la notte di Natale, nel tuo paese dove non sono mai stata — dove soltanto da bimbo hai riso di gioia. Stanotte. T’aspetto per partire — son sola nel mondo, oh letto profondo

mercoledì 17 dicembre 2014

“Incantamenti, passioni e follie. L'arte contemporanea legge l'Ariosto”. A Reggio Emilia l’Orlando furioso si mette in mostra.

Guido Crepax, "Il gioco dell'Orlando furioso". © dei rispettivi aventi diritto

«Le lacrime e i sospiri degli amanti,/ l'inutil tempo che si perde a giouco,/ e l'ozio lungo d'uomini ignoranti,/ vani disegni che non han mai loco./ i vani desidèr sono tanti,/ che la più parte ingombran in questo loco:/ ciò che in somma qua giù perdesti mai,/ là su salendo ritrovar potrai./ Sol la pazzia non v'è poca né assai... » (Orlando furioso Canto XXXIV, 75-81)

domenica 14 dicembre 2014

sabato 13 dicembre 2014

mercoledì 10 dicembre 2014

“L’incantatrice di numeri”: Ada Lovelace. La prima programmatrice di computer di tutti i tempi.


Augusta Ada Lovelace, ritratto 1840

Nel mese di ottobre, quest’anno il 14 di ottobre, si è festeggiato in tutto il mondo l’Ada Lovelace Day

Al  progetto ha dato vita nel 2009 la giornalista e blogger britannica RSU Charman-Anderson, una giornata internazionale per celebrare le conquiste delle donne.  L’intento della Charman era e continua ad essere molto chiaro: far conoscere l’impegno e il lavoro delle donne negli STEM (science, technology, engineering, and mathematics) incoraggiando le persone di tutto il mondo a parlarne, a raccontare i successi, le scoperte, i risultati e ovviamente l’ammirazione per le donne e il loro “cervello”. Siamo onesti, ancora ne abbiamo di strada da fare per godere di una sincera parità di genere.  

Ma perché Ada Lovelace Day? Chi si occupa di programmazione conosce sicuramente “il linguaggio di programmazione Ada, originariamente sviluppato su iniziativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti con l’obiettivo di creare un linguaggio perfetto, e così chiamato in onore di Ada Lovelace, ricordata dai più come 
la prima programmatrice di computer al mondo. 

Ada Lovelace nasce a Londra il 10 dicembre 1815 e a questo punto molti si stanno chiedendo come può esserci stato un programmatore nel 1800, quando ancora il computer, come lo intendiamo oggi, non era neanche “nel mondo delle idee” e per di più una programmatrice, quando alle donne veniva negata anche l'istruzione elementare. Ciò nonostante rassegnatevi: in quell’epoca “questa donna” ha visto oltre - cioè nel futuro lontano - a differenza di molti suoi colleghi maschi.

Tanto oltre da essere oggi nel “giorno di Ada” il simbolo per le conquiste delle donne negli STEM. 

Altra domanda: perché l’Ada Lovelace Day si celebra in ottobre e non, come sarebbe stato ovvio, il 10 dicembre giorno della sua nascita? Perché la sua nascita ricorre a ridosso delle festività natalizie e si sa che in questo periodo la “frenesia” della festa assorbe più energia del supercomputer cinese Tianhe-2 (attualmente il più potente al mondo con oltre 33 petaflops di potenza), ragion per cui si è scelta una data arbitraria in un periodo in cui le distrazioni sono contenute… Chiedetevi qualcosa adesso!




Chi fu la visionaria Ada Lovelace? Nella recensione di Carlos McEvilly - sviluppatore iPhone/iPod - al libro di Betty Alexandra Toole “Ada, The Enchantress of Numbers: Poetical Science” si legge così: «La dr. Betty Toole ha dedicato molti sforzi (più di 8 anni di ricerche) per chiarire il carattere e la personalità di Ada Lovelace… una persona reale e una pensatrice appassionata… prevedeva quello che doveva venire, con idee su futuri computer, prima ancora che la parola fosse stata coniata, che è andata ben oltre le macchine calcolatrici semplici del suo tempo.»

Augusta Ada è la figlia del poeta George Gordon Byron e Anne Isabella Milbanke, tanto turbolento Lord Byron, quanto rigida “Annabella” Milbanke, educata da ex professori di Cambridge e appassionata di matematica (Byron la chiamava la sua “principessa dei parallelogrammi”). Un matrimonio breve e non facile il loro, si sposarono nel gennaio del 1815 per separarsi nel gennaio del 1816, qualche mese dopo  la nascita di Ada che venne cresciuta dalla madre senza aver mai conosciuto il padre. Lord Byron morì quando Ada aveva 8 anni e non ebbe mai modo di “conoscere” la figlia.

Annabella Milbanke volle assicurare alla figlia la sua stessa educazione, che Ada abbia solide basi sia nelle scienze che in matematica, ma anche un modello per infondere nella piccola una rigorosa disciplina mentale, sicuramente per tenere lontano dalla figlia lo spettro dissennato di Byron. A cui Ada sembra in qualche modo sottilmente legata, pare che in una lettera alla madre Ada abbia scritto
«…se non mi puoi dare la poesia, non puoi darmi la "scienza poetica?”». 
Ma è la scienza a prendere il sopravvento: le macchine diventarono la sua passione (ricordiamo che era l’epoca d’oro degli “automi” meccanici che imitavano gli esseri umani e gli animali utilizzando sistemi a orologeria), lesse riviste di settore con avidità e progettò per puro divertimento barche e macchine volanti a vapore.

La conoscenza con la tutor Mary Somerville, astronoma e matematica scozzese, (famosa per aver pubblicato nel 1831 “The Mechanism of the Heavens”, una traduzione dei cinque volumi della “Mécanique Céleste” di Pierre-Simon Laplace) segnò la svolta nella vita di Ada. Mary Somerville era amica del matematico Charles Babbage che la giovanissima Ada conoscerà il 5 giugno del 1933 ad una festa, un incontro che di lì a qualche anno diverrà un solido legame che durerà per tutta la breve vita: Ada morirà di cancro a soli 36 anni.

Babbage, titolare della cattedra di matematica all'Università di Cambridge e celebre per i suoi prototipi di macchine, ebbe per primo l’idea di costruire una macchina per il calcolo: l'alto numero di errori di calcolo delle tavole matematiche lo spinse a progettare dei calcolatori “meccanici” non soggetti, in quanto tali, agli errori umani.



Ada Lovelace rimase affascinata dalle invenzioni di Babbage.La macchina differenziale” (Difference Engine) a cui il matematico lavora colpì la brillante mente di Ada. 
E il matematico scriverà così di lei: « …che Incantatrice, ha gettato il suo incantesimo magico attorno alla più astratta delle scienze e ha afferrato con una forza che pochi intelletti maschili avrebbero esercitato su di esso…».  

Ed ecco la definizione per lei: 
«L'incantatrice di numeri».
E si, perché Ada fu non solo una collaboratrice, ma una vera fonte per il nuovo e più complesso progetto a cui iniziò a lavorare Babbage, la realizzazione della “macchina analitica”, una macchina programmabile per eseguire non solo i calcoli relativi alle equazioni polinomiali, ma bensì ogni genere di calcolo.

Augusta Ada Byron intanto aveva sposato l'8 luglio 1835 William King, conte di Lovelace e così divenne la contessa di Lovelace. Ebbero tre figli: Byron, Anne Isabella e Ralph Gordon. Una grave malattia costrinse Ada per diversi mesi a letto dopo la nascita della figlia. Nonostante le differenze di personalità e prospettive, William King appoggiò il lavoro della moglie e a differenza di quanto avrebbero potuto fare altri uomini dell’epoca non ostacolò le ambizioni di Ada, né il rapporto con Babbage che divenne sempre più solido.

Nel 1840 Charles Babbage, invitato dall'astronomo Giovanni Plana, presentò al secondo Congresso degli scienziati italiani (che si svolse a Torino presso l'Accademia delle Scienze), il suo progetto di macchina analitica. La presentazione appassionò tra gli altri Luigi Menabrea, ingegnere, generale, politico e diplomatico italiano che nel 1842 pubblicò quello che viene definito “il primo lavoro scientifico nella disciplina dell'informatica” ovvero "Notions sur la machine analytique de Charles Babbage" (Bibliothèque Universelle de Genève).

Ada Lovelace fu incaricata di tradurre il documento, ma non si limitò ad una didascalica traduzione, avviò una corrispondenza con lo stesso Menabrea per ampliare il contenuto aggiungendo note singole, ognuna etichettata con una lettera (dalla A alla G), triplicando la lunghezza del documento originale che venne pubblicato su The Ladies Diary e Scientific Memoirs di Taylor sotto le iniziali A. A. L.( era questa la firma che adottava nella corrispondenza: Augusta Ada Lovelace).


La macchina analitica (Analytical Engine)


La visionaria Ada intuì che la “macchina analitica” avrebbe avuto un ruolo a sé, da non confondere con una mera macchina calcolatrice, infatti scrisse:
«Essa detiene una posizione del tutto sua… Un meccanismo che consente di combinare insieme simboli generali  in successioni di varietà illimitata e misura…»
E ipotizzò che potesse creare con i meccanismi giusti ad esempio musica o grafica. Il motore analitico scrisse ancora: « potrebbe agire su cose diverse dai numeri, sono stati trovati oggetti le cui reciproche relazioni fondamentali potrebbero essere espresse con operazioni astratte e che potrebbero essere adattate alla notazione ed ai meccanismi del motore… il motore potrebbe comporre elaborati brani musicali di qualsiasi grado di complessità o portata. » ed ancora «(il motore analitico)…tesse schemi algebrici così come il telaio Jacquard tesse fiori e foglie.»

Nelle sue note Ada suggerisce come la logica simbolica - che aveva appreso da De Morgan - avrebbe potuto essere applicata alla “macchina analitica”. Ed è nella nota G  che anticipa quelli che oggi chiameremmo programmi e che consentirebbero alla macchina analitica di fare calcoli. 

“In essa descrive un algoritmo per la macchina analitica per calcolare i numeri di Bernoulli”, espone come trasformare l'algebra in formule semplici, e poi come codificare quelle formule in istruzioni per la macchina analitica. 

Anche se Babbage in precedenza aveva buttato giù degli schizzi per i programmi, Ada Lovelace con grande lucidità fu in grado di darne una versione più elaborata e completa tanto che fu la prima a scrivere e pubblicare una serie completa di istruzioni “che un dispositivo di elaborazione avrebbe potuto utilizzare per raggiungere un risultato finale non calcolato in anticipo.”

Istruzioni che oggi vengono generalmente riconosciute “come il primo programma informatico della storia, motivo per il quale è considerata da molti come la prima programmatrice di computer di tutti i tempi.”

Nel 1997 la regista Lynn Hershman Leeson  ha diretto “Conceiving Ada” un film ispirato alla vita di Ada Lovelace con  Tilda Swinton nel ruolo di Ada. Il film ha ricevuto premi e riconoscimenti in prestigiosi festival internazionali quali il Sundance Film Festival di New York, l'Internationale Filmfestspiele di Berlino, il Toronto International Film Festival, il Documentary in Europe di Biella.

Una grande visione: quella di Ada!


                                       Si ringrazia per il video nickw1938

Riferimenti:

-P Morrison and E Morrison (eds.), Charles Babbage and his calculating engines (New York, 1961).
-Gleick, J. (2011) The Information: A History, a Theory, a Flood, London, Fourth Estate

domenica 7 dicembre 2014

I Poeti della domenica... Aragon, Meyer, Mörike, Herwegh

Ogni parola ha il suo posto nella poesia, come l'atomo nel cristallo...

Dico con le parole di cose meccaniche
Più meccanicamente della neve che cade


domenica 30 novembre 2014

I Poeti della domenica... Poesia giapponese





Kono michi ya
Aruku hito nashi ni
Aki no kure                 
            Bashō Matsuo
                   (1644-1694)

mercoledì 26 novembre 2014

Webar: ospiti stasera Lella Costa e Nick Drake


…per chi arriva, per chi è di passaggio, per chi vuole trattenersi sorseggiando un buon vino o gustare una birra, per chi non ha sonno e chiede un caffè
… e le delizie gastronomiche, gli amici, gli ospiti, la musica dal vivo, mentre la moka gorgoglia, e il giusto calore al Webar

Oggi Terlano bianco e cestini di pasta brisée ripieni con crema al parmigiano...   Intanto...


mercoledì 19 novembre 2014

"Visioni tra le rocce": i naturisti del Monte Verità e i fotografi Georges-Louis Arlaud e Marcel Meys al Museo Nazionale della Montagna di Torino

Monte Verità "Colono", primi del '900
Partivano a piedi indossando sandali da monaco, partivano dalla Germania a piedi verso la terra “dove fioriscono i limoni”. Definivano così la nostra “bella” Italia le straordinarie penne dei grandi viaggiatori, oggi l’avrebbero battezzata la terra dove fioriscono gli “zucconi”, ma si sa, ci sono ecosistemi fragili che mutano. Erano giovani talentuosi, figli della ricca borghesia nordeuropea, laureati cum laude, quelli che marciavano a Sud sognando una vita panica, un luogo dove celebrare lo spirito e liberare il corpo.

mercoledì 12 novembre 2014

Webar: ospiti stasera Hans Magnus Enzensberger e Caparezza


…per chi arriva, per chi è di passaggio, per chi vuole trattenersi sorseggiando un buon vino o gustare una birra, per chi non ha sonno e chiede un caffè
… e le delizie gastronomiche, gli amici, gli ospiti, la musica dal vivo, mentre la moka gorgoglia, e il giusto calore al Webar


sabato 8 novembre 2014

Star Trek alla Nasa: si sperimenta sul motore a curvatura. In Italia si tagliano i fondi all'Infn.



«Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima», si aprivano con questa frase gli episodi della serie televisiva di fantascienza Star Trek, e noi sognavamo di viaggiare nella galassia infinita, in un universo fantascientifico guidati dal focoso capitano James Tiberius Kirk, di muoverci a velocità warp curvando lo spaziotempo. Eravamo proiettati al 2063, a quel lancio di prova  del 5 aprile che segnava la nascita del primo motore a curvatura del pianeta Terra costruito dal Dott. Zefram Cochrane. 

Mentre noi balzavamo dal divano al frigorifero a fattore 9.6 per non perdere la scena, la Terra incontrava Vulcano e il signor Spock entrava nelle nostre case con la stessa disinvoltura con cui la vicina (sarebbe stata senza dubbio una “romulana”) bussa alla porta per chiedere dello zucchero.

A quasi 50 anni di distanza da quella memorabile prima puntata, al Johnson Space Center della NASA a Houston, come in una sorta di Ritorno al futuro, l’antenato del dott. Cochrane sta studiando la possibilità di costruire il motore a curvatura del 2063. 

mercoledì 5 novembre 2014

La vita di Adele di Abdel Kechiche un’anno dopo. L’amore non perdona!

"Adèle" - Scena da Vita di Adèle 
«Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili… Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch'io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo... Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d'amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore… Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce… Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e... ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)...»


martedì 28 ottobre 2014

Séraphine Louis de Senlis. Dall'ombra alla luce: La pittrice del colore.


Séraphine de Senlis
Séraphine Louis rimane orfana a 7 anni, è nata il 2 settembre 1864 in una famiglia povera di domestici, è una figlia della fortuna Seraphine, un’anima delicata e fragile. Dall’età di 17 anni lavorerà anche lei come domestica al convento “de la Charité de la Providence” a Clermont de l’Oise, dipartimento della Piccardia. Siamo in Francia a cavallo tra la fine dell’ottocento e il primo decennio del novecento, l’anticamera della prima guerra mondiale. Cresce con l’odore di preghiera e santità che si respira tra le pareti  dei monasteri e più si è umili, più si è miseri, più questo odore ti possiede.

sabato 25 ottobre 2014

Quattro chiacchiere al Webar: Il Nazareno si è fermato a Leopolda, si stava meglio quando si stava peggio.


“Si stava meglio quando si stava peggio”. Eh si, lo si percepisce, lo si legge tra le righe. È una mentalità rassicurante che il passato, uomini e cose e finanche virtù, sia stato migliore. Lo dicevano i miei nonni e sicuramente anche i loro, poi è toccato ai miei genitori, adesso tocca a me. Un rimando un po’ vago, senza analisi di luoghi, tempi, eventi, un semplice quanto efficace slogan: si stava meglio. E pare che a tornare in dietro, magari alla lira (ancora meglio ai sesterzi), magari alle pitture rupestri (senza migrazione tra i continenti  e ibridazione beninteso)  e perché no a lavare alla pubblica fontana (solo i panni puliti, non quelli sporchi intendiamoci) ci farà “stare meglio”.

martedì 21 ottobre 2014

Quattro chiacchiere al Webar: Gasparri, Fedez, Caritàz e Speranzaz



Fede(z) è l'uccello che sente la luce e canta quando l'alba è ancora oscura.", scriveva il premio Nobel Rabindranath Tagore. Il poeta indiano aveva a cuore l’uomo, l’uomo di questa terra e nel suo umanesimo integrale lo poneva nudo sotto al cielo.  Stasera le sento profetiche le sue parole, un canto alla Nostradamus, e quando le albe sono oscure ognuno si sente legittimato a “vedere” profezie ovunque ed io non voglio essere da meno.

giovedì 16 ottobre 2014

16 ottobre 2014 Giornata Mondiale dell'Alimentazione. "Non c'è amore più sincero di quello per il cibo"

Yellow Oasis, by Carl Warner
In India crediamo fortemente che questo meraviglioso pianeta sia collegato attraverso la rete del cibo e la rete della vita. Tutto è cibo e tutto è cibo di qualcun altro. Questo è ciò che ci unisce. Siamo cibo, mangiamo cibo e siamo fatti di cibo. La nostra prima identità, la nostra ricchezza, la nostra salute derivano dal fare, creare e dare buon cibo. Noi diciamo: “Se dai del cibo cattivo, commetti peccato.” Il cibo è diventato il mezzo per agire con dispotismo. Le sementi sono state brevettate diventando monopolio di un gruppo di corporazioni, i cui semi sono al 95% geneticamente modificati… Per compiere un passo verso la libertà dell’alimentazione, i consumatori, i produttori, i movimenti ambientalisti e i movimenti della gastronomia si devono unire” […]
(Vandana Shiva, intervento alla seconda edizione di Terra Madre.)

venerdì 10 ottobre 2014

Calabrie ultimi appunti di un viaggio. Itinerari 3/3

Statua di Athena Promachos, Lungomare di Reggio Calabria

“… ma io non potevo rimanere più lungamente. Portando con me soltanto un portamantello ed una valigia mi buttai, solo, in una carrozza postale…  Le nubi più in alto erano come strisce lanose, quelle più in basso erano dense. Mi apparvero di buon augurio: speravo di poter godere d'un piacevole autunno dopo una così cattiva stagione estiva.”

mercoledì 1 ottobre 2014

Noccioline per tutti: nascono i Peanuts.


Charlie Brown: «Questa sarà una giornata scema, sarà una di quelle giornate sceme in cui dico cose sceme, faccio cose sceme e tutti mi danno dello scemo.»
Linus: «Forse dovresti tornare a casa e metterti a letto»
Charlie Brown: «Non faccio mai cose così furbe in una giornata scema.»

venerdì 26 settembre 2014

Oggi sembra che tutto si possa vendere e comprare. La lode al dono e la storia di Raphael Fellmer alla ricerca di Eotopia.

per non vivere nell'Isola delle bambole
Lode al dono
di Francesco Masala e Davide Galati,

propongo un lavoro a quattro mani e due teste, quelle di Davide Galati e le mie, l’abbiamo fatto qualche anno fa, ci interrogavamo sul dono, abbiamo deciso di scriverci da noi quello che avremmo voluto leggere, e ve lo diamo in dono, non è perfetto, ma non costa niente.


mercoledì 24 settembre 2014

Parole in via di estinzione: “scusa” “grazie” saranno in grado di sopravvivere?

Lorenzo, personaggio di Corrado Guzzanti
[…] Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. […]


«Si fa, ma non si addice. Come dire la cosa giusta al momento giusto», è il secondo capitolo del godibilissimo libro del pendolare, lo chiamo così, “Come dire” di Stefano Bartezzaghi pubblicato qualche anno addietro. Il capitoletto apre appunto con la Sacra Bibbia, o meglio con le parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme. 

Lo chiamo in causa il libro perché, a parte la lettura goduriosa, s’infila nel torbido mondo della comunicazione, anzi del galateo della comunicazione.  Che poi è quello che a me in questo preciso istante frulla in testa.

Bartezzaghi scrive: «… Pensare che il linguaggio serva soltanto a comunicare e che l’essenziale è intendersi l’un l’altro è come pensare che i vestiti servano a ripararci dal freddo e dalle intemperie. Se la pensate così, mi aspetto di vedervi per strada sotto strati di coperte di lana in inverno, nudi in estate. …»





Questo è il mio incipit, la premessa necessaria, ma veniamo al sodo.
Pur essendo ora di pranzo c’era poca gente nel caffè, la ragazza si avvicinò al tavolino, indossava un jeans, i capelli neri con una ciocca che le copriva per metà il viso. «Avete un accendino?» chiese. «Si» fu la risposta. Senza guardarci, con la testa leggermente inclinata, allungò la mano, prese l'accendino, si accese la sigaretta e con un gesto quasi disturbato lo restituì. «Uh» esclamò allontanandosi.

Inevitabile la mia esclamazione «Ma scusa e grazie non si usano più?!». Il mio amico sorride, non è di moda, dice, niente convenevoli.  Bisogna essere diretti e immediati.

Ed eccoci al linguaggio, anzi al paralinguaggio, al farfugliare “uh, uh”,  che dopo anni di “come si dice?”  iniziato in tenera età,  mi pare questa una grande conquista nel ciclo evolutivo. Non si dice né grazie, né scusa, ma “uh”.

Mi è parso doveroso informare mia madre del suo ennesimo errore educativo, le madri si sa sono portatrici sane di errori,  così le ho fatto aggiungere alla lunga lista anche “scusa” e “grazie”, insieme a: non rubare, sii educata, non dire parolacce, sii discreta, onesta, puntuale e non dimentichiamoci il "non si alza la gonnellina", stai seduta composta e niente caramelle dagli sconosciuti (quante caramelle perse!). Cara mamma che errore grossolano e diseducativo hai commesso, oggi senza i tuoi insegnamenti virtuosi sarei come minimo ministro!

Cartolina di Agnes Richardson, 1912

Scusate (anche se non si dice, è il condizionamento), chiusa la digressione torno alle mie due paroline, tanto piccole quanto grandi di cortesia e gentilezza. Non si può, o almeno si potrebbe per alcune cose, ma dove si deve non si fa, ridurre tutto ad una funzione primitiva, come ben dice Bartezzaghi,  perché non ci sarebbe più alcun bisogno di comunicare.

E la gentilezza è qualcosa che dovremmo ancora custodire, non piegata all’individualismo e all’interesse come strumento di manipolazione o di forza, non è la gentilezza del  Il Cortegiano  di Baldassarre Castiglione, dove leggiamo “ il fine dove tende e i mezzi che a quello condur lo possono”. 
Non è il grazie delle lusinghe per guadagnare privilegi. Né il grazie per servilismo o adulazione, il dire grazie per ingraziarsi. 
La gentilezza è soprattutto comunicazione, significa prestare attenzione all’altro da noi, con queste due semplici parole “scusa e grazie” apriamo un ponte con chi ci sta di fronte.  
Il ponte non va infatti costruito solo verso chi ci ossequia, ci "serve", ci piace o semplicemente ci somiglia. Che bello sentirsi dire "grazie o scusa"  anche se si è "nessuno" o non si è in perfetto accordo, quanto mortifica l'indifferenza, la dimenticanza... e quanta armonia procura, il dire "grazie o scusa", alla persona "giusta" e non a caso per ruffianeria, piacioneria o semplice noncuranza

                           Grazie per il video a Silvio D'Andrea

Ci sono a mio avviso delle fondamenta alla base di ogni rapporto che andrebbero salvaguardate, cose che possono apparire “fronzoli” di nessuna utilità, ma che appartengono a tutti e che rendono la società migliore.  L’utile non rende sempre la politica sana e superiore, parlo di politica nell’accezione più nobile, mi riferisco alla radice "polis" cioè città, intesa come prodotto e culla della cultura, penso al suo significato più antico e oramai perso e a politica come "comportamento".

L’estinzione di “scusa e grazie” sono per me il sintomo grave di una perdita di valore e un pericoloso cammino verso l’ostilità e l’abbrutimento. Un pericoloso viaggio all’indietro nel cammino dell’evoluzione.

Scena tratta dal film Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner, 1968
Perché, come diceva il Dr. Honorious  (Il Pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner),  «Dotti giudici, il mio compito è facile. Si basa sul nostro primo articolo della fede: "L'Onnipotente creò la scimmia a sua immagine e somiglianza. Le dette un'anima e una mente, e la volle separata dalle bestie della foresta. E la fece padrona del pianeta." Sacre verità che sono di per sé manifeste. Lo studio che si addice alle scimmie è quello della scimmia. Ma alcuni giovani cinici hanno scelto lo studio dell'uomo. Sì... Scienziati perversi che avanzano un'insidiosa teoria chiamata... "Evoluzione"!»

Uh, uh, uh…



                                                      Grazie per il video a nutolina



  • Le immagini in questo post  provengono dal web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio. 

venerdì 19 settembre 2014

Roghudi, il nido di pietra. Si alza il vento: il vecchio Drago ha soffiato. Itinerari 2/3

Rocca tu Dracu, Roghudi (RC)


È cieco il Drago, lui ti fiuta. Custode di un antico del tesoro, annusa la tua avidità. Si staglia enorme tra la terra e il cielo pretendendo il suo tributo: un neonato maschio, un gatto maschio nero ed un capretto maschio. Solo così cederà il suo tesoro.


venerdì 12 settembre 2014

Morte di una maschera: la fine ridicola di Angelo Fortunato Formiggini.

Angelo Fortunato Formiggini
La mattina del 29 novembre del 1938, da un’altezza di 86 metri, l’editore modenese Angelo Fortunato Formiggini si lancia nel vuoto. Compie così l’ultimo atto e realizza “La divina farsa. Ovvero la descensione ad inferos di Formaggino da Modena” come ebbe a intitolare un poemetto che scrisse e pubblicò adolescente durante gli anni del liceo.

martedì 9 settembre 2014

Pentedattilo. La strage degli Alberti: scenario di un amore soffocato nel sangue. Itinerari 1/3

A Teodora Alberti Marchesa di Pentedattilo e Duchessa di Melito

Reggio di Calabria 16. Aprile 1689.

Mi furono consegnati il libro e la lettera, dalla Reverendissima Madre. Di cui Voi cara sorella Vi siete compiaciuta di ricordare questa sciagurata. Vi supplico di non conservare più la mia memoria.

domenica 7 settembre 2014

Il Poeta della domenica... Arthur Rimbaud


«Così, sempre, verso l'azzurro nero
Dove tremola il mare dei topazi,
Funzioneranno dentro alla tua sera
I Gigli, questi clisteri d'estasi!
..............................................»
(14 luglio 1871)
Alcide Bava, Quel che si dice al poeta a proposito di fiori

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