a non
tradire
la sciocca
malizia che porto
dei boschi
invischiati alle falde.
A non
scrutarmi
sono
l’umbratile cavo
che solo
il muschio conosce
e
l’invincibile aria possiede.
(Vico Vitetta)
a
strappare regali
chiusi in
mille scatole
strapazzati
dalle fate
senza
valore.
C'erano
bambini………
Ero
anch'io una stupida bimba
nel verde
prato.
Lo sono
ancora
mi lascio
distrarre
dai feroci
e innocenti nastri
di
coccarde multicolore.
(Via Possidonea)
sull’altare
di tenero gesso
alle
navate maestose aperto
mi concedo
- distesa -
al
banchetto del tempo.
(Via F. Gullo “Pzo Muoio”)
tutto più
facile ! -
Dare la
mia testa per una Salomè
una
qualunque
sopra un
vassoio d’argento.
Ma sarebbe
solo una testa
sopra un
vassoio d’argento
e non più
la mia!
(Via Massarenti)
A chi
regalare l'emozione nutrita?
L'orecchio
come il giorno
è uno
sgraziato tubo digerente.
Pazzo hai
uno squarcio sul petto. Che fai!
Il rivolo
è grosso di sangue non senti?
Pazzo ti
ostini a chiamare cuore
un muscolo
lavato
ed
abusivamente occupato dai vermi
che
inferociti si sbattono
per
conquistare le sue cavità.
(Via Mercato)
rossore
calore
gonfiore
ancora
dolore
ricopro la
ferita
di parole
come
fossero garza.
Ho
imparato ad afferrare il legno
nelle
domestiche lezioni
e
riconosco in tutti il mio padrone
o amico
o il nome
che si vuole dare
e chino
resto alla scodella senza abbaio.
Annuso la
mia pista al chiaro
dimentico
il dolore
fiuto da
animale
ma la
catena corta del guardiano
mi stringe
al limbo del suo delirare
urla il
negromante
serrandomi
la porta
ma so che
all’imbrunire
verrò
lasciato solo
all’angolo
di qualche caseggiato
allora
intimorito
dal forte miagolio di gatte
piscerò
anch'io rasente ai muri.
(Via Umberto Bonino)
accartocci
le parole
d’inchiostro
incrostate
poeta
sei il
carbonaio che arrotola il sacco
a fine
giornata
e ripulito
tracci
da lumaca
pesante la tua bava
su quel
terreno bianco accidentato
che a
fissarlo ti acceca.
(Via Marie Curie)
ho comprato variopinti gingilli
ad un mercato
da appendere alle ascelle
per vendere meglio
il cattivo
odore del mio lavoro
(Via delle Nazioni)
sporco dei
troppi giorni soffiati
nell'ingiallito
grumo di sudore conservato
cerco
l'angolo pulito
ma troppo
consumato
e nella
tasca vuota
giuro!
ne avevo
uno
uno
soltanto
(Via Saliceto Panaro)
nelle
stanze annerite
aspettavo
infilata
in una delle tante crepe.
Aspettavo
ma ogni
volta
fingevi di
bussare alla porta
per non
farti catturare
mai
da questa
trappola di uomo
che
vorrebbe tanto.
Aspettavo
ero un
chiodo arrugginito
da chissà
quanto tempo.
(Via Canaletto)
nel
tortuoso groviglio
sei la
serpe snidata
che
striscia.
Stai
le pareti
s’incrostano
avide
la
presenza si fa lenta
evapora
s'infradicia
si stende
lungo un filo consumato.
(Place Pointelin)
distruggevo
e tutto si
faceva invitante
avanzavo
guadagnando
quadrati
senza
capire che il mio cielo
era il più
piccolo.
La
Scacchiera aveva la lunghezza degli anni.
Avevano
deciso loro - i Fanti -
negandomi
la Torre
e fu
battaglia d'insidie
e fu
Scacco Matto
finalmente
toccai il Re
era solo
di carta
Avevano deciso
loro - i Fanti -
guardai
davanti
troppo
Tempo
per non
fare
quello che
doveva essere fatto.
(Pza Italia)
se le
dicessi che la vita per me
ha un
senso ben preciso
che mi
sfugge il concetto ultroneo
del
catalogo stampato
che la fonte
genera e l'atto è generato
che ci
sono 139 numeri ipotesi-logiche
che esiste
un elenco tabellare di organi
che
seguono solo procedure
che
l'Unità va ricondotta nella disunione.
Non
ricordo le parole
ma ho
scorto
senza
fallire il rigo evidenziato
il «noi riteniamo».
Allora
anch'io ritengo
e genero
giudizi
esatti
verbi esatte formule
lei non
vuole la sostanza!
e se le
dicessi, ancora,
che ieri
avevo un gran dolore
partiva
dall'atlante o forse dal midollo
devastandomi
cervello, cervelletto,
così nel
mesencefalo
fino a far
vibrare la farfalla.
Non mi
guardi con quegli occhi
mi segua.
No, non
nascondo un animale!
Pazza -io-
Ah
professore! Le pagine
le sfogli
dalla fine.
(Pza Cairoli)
per
sciogliere l’artide
verso la
latitudine del serir.
Cerco tra
sabbia e pietre
le perle
abissali
fingendomi
il pescatore che non sono
nella
distesa mutila d’acqua.
(Pza XXV Aprile)
Una notte
per
distrazione
ho ucciso
Dio.
(Vicolo Cieco)
come la
macina al suo mulo
ed i
capelli erano tinti biondi
moleste
delle donne ci parlano all’orecchio
mentre
stringiamo il fiato
dentro il
petto
per non
smorzare il filo della luce
che fa del
nostro sogno uno stoppino
(Via Suor Vincenza )
sognavi
con le
braccia incrociate
qualcuno
recitava il tedeum
tu ridevi
ed io dicevo no
e nel
rossore dell'alba mi stringevi la mano.
Cristo! Ci
sono cose semplici
che non capisco.
Se avessi
il richiamo del cacciatore
confusa
come sto nell'acquitrino
legata
sulla gruccia
arriveresti
magari di passaggio
ma tu non
sei l'uccello che respira aria.
Intatto
nell'involucro dell'angelo
non sai
nemmeno che ti cerco
lo senti
almeno questo freddo
non è neve
e la tua
ala che sbatte
mentre
scappi.
(Svincolo Reggio – Modena)
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